il sogno di Abdallah era diventare campione di Parkour. Abdallah oggi vive su una sedia a rotelle a causa di un incidente in allenamento. Dei suoi amici rimasti li nella striscia, come i suoi genitori, non sa più nulla. Non gli è permesso tornare nella sua patria non riconosciuta. Il parkour è un sogno infranto. Nessuna rendenzione per lui e i ragazzi che continuano a sognare una vita in Palestina. Nessun futuro per chi vive sotto assedio da oltre 75 anni. Prigionieri in casa propria.
Alla presentazione del film “ One More Jump “ di Emanuele Gerosa, nella sala Don Motter della parrocchia di gardolo, c’era anche Abdallah. Sguardo profondo ma non triste, come ci si sarebbe potuto aspettare. Rassegnato sicuramente, ma con quella speranza che forse, dico forse, un giorno tutto queto finirà, anche grazie ai social che sono divenuti un deterrente, per coloro che non hanno armi e non vogliono essere sterminati in nome di chissà quale follia. Anche gli altri due ragazzi che lo accompagnano hanno uno sguardo fiero. Uno dei due è addirittura sorridente, mentre racconta di come vengono ammazzati e trattati i suoi amici, le famiglie, il suo popolo. Ma non sono sorrisi di piacere. E’ un modo per alleggerire la narrazione. Difficile visualizzare una donna in cinta mentre viene uccisa a colpi di mitra. Qualcuno scoppia in lacrime. Il silenzio.
Raffaele Crocco, direttore di “ Unimondo” e “ Atlante delle guerre e dei conflitti nel mondo “ ci parla dellla sua esperienza in quella striscia di terra martoriata da sempre. Tutti i giorni i palestinesi che devono lavorare in Israele, nell’attraversare i ceckpoint, vengono denudati e controllati per ben due volte. In entrata ed in uscita. Tutti i giorni. Io darei di matto. Mi ricorda un certo periodo della nostra storia che per fortuna non ho vissuto. Che ne dite? Invece qui, dal palco di Sanremo, c’è chi addirittura invia messaggi di solidarietà al governo Israeliano. Ma come cazzo si fa.
Siamo tutti ben d’accordo nel riconoscre all’Ukraina, il diritto di difendersi dall’aggressione russa, fornendoli oltretutto di armi e tecnologia occidentale. Ma in Ukraina vi è una guerra tra due eserciti, mentre a Gaza, vi è un solo esercito contro un popolo, che in qualche modo ha il diritto di proteggere la propria esistenza. Ciò non vuol dire che approvo Hamas, ma questa guerra non è iniziata il 7 ottobre 2023, va avanti da almeno 70 anni e nemmeno tutti i palestinesi, approvano le azioni di questo gruppo. Vogliono solamente vivere. Ma cosa devono fare per vedere riconosciuto il proprio stato?
In un frammento del film, prima dell’incidente, quando ancora viveva in Italia, Addallah riesce a chiamare i propri genitori.
- come state ? -
- siamo ancora vivi - risponde il padre, augurando tanta fortuna al figlio, e che Dio lo protegga sempre.
Ogni giorno è un giorno di vita in più. I bambini di 8 anni sanno gia che finchè questo assedio non finirà, moriranno tutti. Vivere una vita sospesa con una fine certa. Sapere solo di dover morire.
Io non odio nessuno. Siano essi ebrei, arabi o qualsiasi altra etnia. Detesto gli estremisti, i fanatici e i dittatori. Non credo che tutti gli ebrei israeliani rappresentino l’attuale governo in carica. Del resto anche li, vi sono disordini per un cessate il fuoco.
Gaza Parkour, che è un documentario fatto di silenzi, sguardi, sogni infranti e in sospensione, racconta di un mondo che gli adolescenti di Gaza hanno costruito per se stessi. Per cercare una via d’uscita da tutta quella devastazione. Per sperare in qualcosa.
Non ho più nulla da dire. Se potete, guardatevi il film. Vale molto più di miriadi di interpretazioni che vi spacciano in tv.
Dimenticavo: Oggi è la Domenica delle Palme. Anche se ho smesso di credere agli uomini di buona volontà e alle feste, auguro a tutti una vita di grandi realizzazioni.
Grazie ancora a tutti coloro che mi leggono.